Il termine di matrice anglosassone ghostwriter indica la figura di un professionista specializzato nella composizione di un elaborato (vocabolo da intendere lato sensu), la cui paternità verrà successivamente attribuita ad un altro soggetto.

Risulta essere appena stato detto come il termine “elaborato” vada inteso in senso lato, il che vuol dire che esso sta ad indicare tanto opere di tipo letterario (es. articoli o testi di lunga durata), quanto lavori di altro genere, ad esempio scientifico, musicale o informatico. Per poter comprendere al meglio le molteplici sfaccettature della figura del ghostwriter, è preliminarmente utile chiarire come tale parola possa sottendere una enormità di figure professionali differenti non solo, come si è appena visto, per materia, ma anche, in modo più profondo, per metodologia di lavoro.

A tal riguardo, infatti, i ghostwriters possono essere chiamati a fornire un supporto diverso da caso a caso, variando dalla mera ricomposizione di elaborati già prodotti, arrivando alla vera e propria stesura degli stessi.

Tra questi due casi di scuola, ovviamente, è presente una grande varietà di mansioni, differentemente strutturate caso per caso. In generale, è comunque possibile affermare come siano molto rari i casi di scrittori fantasma chiamati per scrivere interamente l’opera, a causa del fatto che il committente si produce quasi nella totalità dei casi in una bozza o schema di massima del lavoro finito. In alcuni casi, come ad esempio le autobiografie di personaggi famosi, parte del lavoro del ghostwriter potrebbe essere quello di intervistare il personaggio oggetto del suo elaborato, in modo da produrre un lavoro finito quanto più possibile attinente alla realtà.

Oltre che in base alla quantità di innovazioni loro consentite, altro criterio distintivo nell’ambito del genus dei ghostwriters è quello della motivazione per la quale essi vengono chiamati in causa. Ancora una volta esemplificare risulta molto complesso, ma generalmente i servigi di tali professionisti possono essere richiesti per incapacità di produrre un elaborato di una certa lunghezza, o per mancanza di tempo, o per mancanza di conoscenze tecniche finalizzare alla scrittura di un elaborato che debba essere afferente ad una certa tipologia testuale.

In tale polimorfo contesto, è evidente come gli usi che dei ghostwriters vengono effettuati non siano sempre poeticamente finalizzati alla realizzazione di un elaborato perfettamente riuscito, bensì (e più frequentemente) alla realizzazione di profitti maggiori.

L’esempio di scuola in tal senso è quello della casa editrice che ingaggi un ghostwriter allo scopo di scrivere una autobiografia o un testo altamente tecnico a nome di un personaggio molto famoso, in modo tale da poter vendere l’elaborato presentandolo come genuina creazione del soggetto in questione. In altre realtà, tali figure professionali possono essere impiegate in politica, ad esempio per la produzione di testi di opinione o, ancora, di autobiografie per aumentare la popolarità di un candidato alle elezioni.

Ulteriori motivi di ingaggio di ghhoswriters, prescindendo dalla correttezza o appropriatezza degli stessi, sono quelli, ad esempio, di trarre il massimo profitto da marchi o collane che attirano una grande quantità di lettori. A tal proposito, infatti, è possibile ingaggiare una squadra di scrittori fantasma che, utilizzando lo stesso stile, compilino, avendo a disposizione delle informazioni di base sui personaggi, differenti opere aventi come protagonisti gli stessi personaggi, ottimizzando i tempi e massimizzando i profitti.

Al momento della pubblicazione del lavoro finito, poi, è possibile che tali autori che lavorano nell’ombra vengano racchiusi sotto lo stesso pseudonimo. Casi concreti di questo tipo sono tutt’altro che rari. Uno per tutti, l’autore della serie del mistero Nancy Drew (“Carolyn Keene”) è il nome d’arte di un gruppo di ghostwriters che, utilizzando la tecnica suddetta, hanno prodotto una serie di opere afferenti allo stesso argomento generale e agli stessi protagonisti racchiudendo l’operato finale sotto il nome di un soggetto fittizio.

Da quanto detto è semplice intuire come il ghostwriter sia un libero professionista e quindi per esercitare la professione è necessario aprire una Partita Iva. In una prima fase, è possibile comunque operare con prestazione occasionale, emettendo una ricevuta per il lavoro eseguito.