La piaga delle bollette pazze è una di quelle che non passano mai di moda, come testimoniano le associazioni dei consumatori che raccolgono molte segnalazioni in merito. Si può trattare della stessa bolletta inviata per due volte, di un importo esagerato o comunque non corrispondente al reale, oppure dell’addebito di servizi mai attivati.
La prima cosa da fare è rivolgersi al numero verde, ma se il call center non riesce a risolvere il problema, si deve inviare subito un reclamo appunto all’Ufficio reclami dell’azienda, rigorosamente per mezzo di raccomandata, utilizzando come esempio questo modello. Attenzione a specificare nella lettera il codice identificativo del cliente e il servizio a cui si riferisce il pagamento (dati presenti sulla bolletta), e ad allegare una copia del documento che si intende contestare.
L’azienda, da parte sua, ha l’obbligo di far avere una risposta entro 40 giorni all’utente. I ritardi nella risposta saranno pagati all’utente secondo un tariffario ben preciso: 20 euro entro i 2 mesi, 60 euro oltre i 120 giorni o in caso di mancata risposta.
Nel momento in cui viene accertato un eventuale errore, l’azienda ha a disposizione 90 giorni di tempo, a partire dal ricevimento della raccomandata, per provvedere al ricalcolo della bolletta; se nel frattempo il cliente l’ha già pagata, la somma gli verrà restituita. Se invece non ha ancora pagato, la fattura viene annullata e si pagherà direttamente l’importo corretto.
Molto spesso il consumatore paga la bolletta pazza e solo successivamente la contesti, perchè ha paura di vedersi sospendere il servizio, soprattutto se si tratta della luce.
E’ bene sapere che l’azienda non può staccare la corrente, per continuare con questo esempio, senza aver prima seguito una procedura ben precisa: un sollecito per il mancato pagamento e poi una ulteriore lettera raccomandata con indicata la scadenza per il saldo della bolletta, le modalità per pagarla e il termine entro il quale verrà fatta richiesta al distributore di sospendere la fornitura del servizio se il cliente continua a non regolarizzare la sua posizione. Inoltre, se il cliente ha presentato un reclamo scritto relativo ai consumi fatturati, l’azienda non può in nessun caso sospendere il servizio.
Per la presentazione dei reclami dovuti alle bollette pazze, secondo l’Adiconsum è il caso di farsi assistere da un’associazione di consumatori, che può aiutare ad attivare la procedura di conciliazione prima di intraprendere ulteriori vie legali. Inoltre, forse non è noto a tutti che esistono degli sportelli.
L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha messo a disposizione dei consumatori lo ‘Sportello per il consumatore di energia’, al fine di aiutare quanti hanno ricevuto risposte insoddisfacenti o addirittura non hanno avuto alcun riscontro. Allo sportello va consegnata l’intera documentazione, compresa la copia del reclamo già inviato all’azienda e della risposta, delle bollette contestate e dell’ultima ricevuta. Il tutto può essere inviato allo sportello, ad un apposito numero di fax o a due indirizzi di posta elettronica.
In alternativa, come si accennava sopra, si può scegliere la via della conciliazione, realizzabile dalle associazioni di consumatori con le aziende riconosciute dall’Agcom. Questo tipo di procedura è più semplice per il consumatore, che ha solo l’onere di rivolgersi allo sportello di un’associazione consumatori presente sul territorio, dal quale riceverà assistenza a 360°. L’intesa avverrà infatti tra un conciliatore dell’azienda e uno dell’associazione che redigeranno il relativo verbale provvisto di valore esecutivo.
Nel caso in cui nessuno ha risposto al reclamo, non ci si rivolge all’Adiconsum bensì al Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni, che è l’organo competente per coniliare i problemi legati ai disservizi di tutte le società di telecomunicazioni. Il tentativo i conciliazione è obbligatorio e gratuito: non appena ricevuta la domanda, che va redatta su moduli prestampati e presentata a mano o via raccomandata, si attende che il comitato convochi le parti in causa.
Queste possono comparire personalmente o assistite da un’associazione di consumatori. Se si raggiunge un accordo, il verbale redatto ha valore esecutivo, altrimenti si stila un verbale di mancata conciliazione con cui le parti potranno decidere di ricorrere per la definizione sempre dal Corecom o direttamente all’Agcom, o ancora all’autorità giudiriziaria nella figura del giudice di pace. La procedura dovrebbe concludersi entro 30 giorni dalla presentazione della richiesta.