Cercare lavoro di questi tempi è senza dubbio molto difficile. Tuttavia rassegnarsi all’idea che nessuno assuma è il primo modo per escludersi dal mercato del lavoro. L’atteggiamento propositivo e sempre attento a cogliere o crearsi opportunità deve essere alla base dell’approccio al lavoro. Questo non significa che le aziende vi chiameranno offrendovi un impiego immediato, ma è comunque un atteggiamento migliore di chi pensa il contrario. Si tratta di quel semplice meccanismo per cui se entro e gioco una partita posso vincerla o perderla, ma se sto seduto in panchina di sicuro non combinerò nulla.
Che il mercato del lavoro faccia fatica ad assorbire i laureati è un dato ormai noto: solo il 49% dei laureati ha un impiego a distanza di un anno dalla laurea e se ci si sposta al Sud il dato si abbassa ulteriormente fino al 32%.
Ecco allora qualche consiglio pratico su come far fronte alla difficoltà di cercare (e trovare!) lavoro in tempo di crisi:
Trovate il giusto mindset: l’atteggiamento deve essere di grande apertura, evitando del tutto la rigidità sia durante la ricerca dell’impiego (pensate bene prima di rifiutare l’invio di un curriculum o un colloquio frenati da posizioni che non vi affascinano, potrebbero invece stupirvi e in ogni caso da qualche parte bisogna cominciare!) sia una volta assunti.
Non sempre serve una specialistica o un master: se continuare gli studi è solo un modo per rimandare l’ingresso nel mondo del lavoro, allora non è necessario. Al pari di una formazione più specifica (non in tutti i settori) si può pensare di fare altre esperienze: un viaggio personale e formativo; un corso per acquisire competenze trasversali a molti impieghi (linguistiche o informatiche); una collaborazione con un’attività che aiuta a migliorare le soft skills.
Accettare la prima posizione per cui si viene selezionati: se non si è convinti e ci si può permettere di rifiutare, allora meglio non accettare. Ma data la posizione di molti giovani che necessitano invece di un impiego, non è il caso di bruciarsi valide occasioni. Vale quanto detto sopra, non sempre quando si comincia si può scegliere. É però necessario avere ben chiaro quel che si vuole e ciò che si ha da offrire.
Costruirsi una vision personale: è molto importante mettersi sempre in discussione, domandandosi a cosa dovrebbero portare gli studi effettuati e come ci si vede fra due anni. Non è necessario ipotizzare grandi prospettive ma concentrarsi su obiettivi a breve termine, utili anche da esporre ai colloqui.
Informarsi e formarsi: dopo essersi immaginati in una determinata posizione è bene chiedersi se con le competenze già acquisite ci sono possibilità di raggiungerla. Quasi sempre la risposta non è pienamente affermativa ed è quindi utile tenersi aggiornati su tutte le nuove strategie per cercare lavoro. Questo passaggio è spesso sottovalutato ed è invece fondamentale per relazionarsi con i recruiter nella maniera migliore.
Mai sottovalutare il curriculum: non avete altra carta per presentarvi ai selezionatori perciò dovete giocarvela al meglio. Niente cv europeo, ma un formato più personale e snello che vi spieghiamo qui nel dettaglio.
I 6 step da non trascurare: controlla le inserzioni, cura il networking personale, fatti conoscere agli head hunter (ricercano profili idonei a particolari posizioni, di solito per ruoli manageriali), contatta le società di selezione, tieni aggiornati i social network di lavoro (LinkedIn, Plaxo, Facebook) e sfrutta le autocandidature.
Al colloquio devi arrivare preparato: non serve ostentare di aver imparato a memoria tutte le informazioni legate all’azienda, piuttosto documentarsi è importante al fine di fare propri i valori e la mission dell’azienda. Infatti, è utile saper usare ciò che trovato scritto nella descrizione dell’azienda, negli slogan, nel logo etc. durante il colloquio in domande non inerenti l’azienda stessa. Se ad esempio un’azienda ha fra i suoi valori l’attenzione alla persona, saper far risaltare una vostra esperienza di volontariato dove sottolineate quell’aspetto con le loro stesse parole, può mettervi in buona luce.
Migliorare le qualità che le aziende cercano: al di là del ruolo che si ricopre le skills che tutti cercano sono una spiccata curiosità e interesse per l’ambiente in cui si è calati; buone doti di adattamento ai cambiamenti; l’educazione e il rispetto delle differenze culturali e di genere e una buona dose di umiltà. Sembrano scontate? Niente affatto, spesso fanno la differenza.