Nel contesto delle detrazioni fiscali e delle agevolazioni previste dalla normativa italiana, il bonifico parlante riveste un ruolo fondamentale. Si tratta di uno strumento indispensabile per chi desidera beneficiare di incentivi legati a lavori di ristrutturazione, risparmio energetico o acquisto di beni specifici. Tuttavia, la corretta compilazione di questo tipo di bonifico richiede attenzione a determinati dettagli e l’inserimento di informazioni precise, pena la perdita dei benefici fiscali. In questa guida troverai spiegazioni chiare e consigli pratici per eseguire un bonifico parlante in modo corretto, evitando errori e assicurandoti di rispettare tutte le richieste della normativa vigente.

Come compilare un bonifico parlante​

Per compilare un bonifico parlante, occorre innanzitutto comprendere che si tratta di una particolare tipologia di bonifico bancario richiesta in specifiche circostanze, soprattutto nell’ambito di agevolazioni fiscali, come le detrazioni per ristrutturazioni edilizie, ecobonus o bonus mobili. Questo strumento si differenzia da un normale bonifico bancario per il fatto che deve riportare in maniera esplicita, e in modo dettagliato, una serie di informazioni che consentano all’Agenzia delle Entrate di collegare la spesa sostenuta con la relativa richiesta di detrazione.

La prima fase della compilazione implica l’accesso al proprio home banking o la presentazione in filiale presso un istituto di credito o presso un ufficio postale, specificando sin da subito che si intende effettuare un bonifico parlante per detrazioni fiscali. In genere le banche hanno predisposto una particolare causale o un modulo apposito da utilizzare proprio per queste operazioni. È importante scegliere la tipologia corretta di bonifico, poiché l’utilizzo di un bonifico ordinario, anche se riportasse le informazioni necessarie nella causale, potrebbe non essere sufficiente a soddisfare i requisiti fiscali.

Una volta individuato il modulo o la sezione online dedicata, bisogna inserire tutti i dati del beneficiario, che solitamente è la ditta, il professionista o il fornitore che ha eseguito i lavori o fornito i beni. Questi dati comprendono nome o ragione sociale, indirizzo e soprattutto il codice IBAN al quale effettuare il pagamento. È fondamentale verificare con attenzione la correttezza dell’IBAN e degli altri dati anagrafici per evitare errori che potrebbero compromettere la tracciabilità dell’operazione.

L’aspetto più rilevante del bonifico parlante è la compilazione della causale. Qui vanno inserite informazioni dettagliate che identificano la natura del pagamento e il collegamento con l’agevolazione richiesta. In particolare, bisogna indicare la norma di riferimento che disciplina la detrazione, ad esempio l’articolo 16-bis del D.P.R. 917/1986 per le ristrutturazioni edilizie, oppure la legge di riferimento per altri bonus. Occorre poi specificare il codice fiscale del soggetto che beneficia della detrazione, che può anche essere diverso dall’ordinante del bonifico, e il codice fiscale o la partita IVA del beneficiario del pagamento. Inoltre, spesso è necessario riportare la descrizione sintetica dell’intervento o della fornitura per la quale si effettua il pagamento, come ad esempio “lavori di manutenzione straordinaria” o “acquisto di mobili destinati all’immobile oggetto di ristrutturazione”.

Per essere certi di non commettere errori, è consigliabile attenersi alle formule suggerite dall’Agenzia delle Entrate o dalla propria banca, che generalmente sono predisposte per ciascuna tipologia di detrazione. Un esempio di causale corretta potrebbe essere: “Bonifico per lavori di ristrutturazione ai sensi dell’art. 16-bis DPR 917/1986, pagamento fattura n. XX del XX/XX/XXXX, beneficiario detrazione CF XXXXXXXX, ditta esecutrice P.IVA XXXXXXXX”.

Dopo aver verificato con cura tutti i dati inseriti, in particolare quelli relativi alla causale, si procede all’invio del bonifico. In caso di bonifico online, sarà necessario confermare l’operazione tramite i sistemi di autenticazione previsti dalla banca, come l’inserimento di una password temporanea o l’utilizzo di un token. In filiale, invece, sarà l’operatore a completare la procedura e a consegnare una ricevuta dell’operazione.

È fondamentale conservare la ricevuta del bonifico parlante, poiché questa rappresenta la prova del pagamento tracciabile, condizione imprescindibile per poter fruire delle agevolazioni fiscali. La ricevuta, insieme alla relativa fattura e a tutta la documentazione necessaria, dovrà essere esibita in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate o per eventuali richieste di documentazione.

Infine, va sottolineato che il mancato rispetto di queste regole, come ad esempio l’omissione di alcuni dati nella causale o l’utilizzo di un bonifico ordinario, può comportare la perdita del diritto alla detrazione fiscale. Per questo motivo, è buona prassi informarsi preventivamente presso la propria banca e, se necessario, farsi assistere da un consulente fiscale per assicurarsi di compilare correttamente il bonifico parlante, adattando la causale alle specifiche esigenze e alle normative vigenti.

Altre Cose da Sapere

Cos’è un bonifico parlante?
Un bonifico parlante è un tipo di bonifico bancario nel quale, oltre ai dati classici (beneficiario, IBAN, importo), viene specificata nella causale una descrizione dettagliata della motivazione del pagamento. Viene richiesto principalmente per usufruire di detrazioni fiscali su lavori edilizi, acquisto di elettrodomestici, ristrutturazioni, ecc.

Quali dati sono necessari per compilare correttamente un bonifico parlante?
Per compilare un bonifico parlante servono: dati del beneficiario (nome, cognome o ragione sociale), IBAN, importo, causale dettagliata che includa la normativa di riferimento (es. legge 296/2006 per detrazione 50% ristrutturazioni), numero e data della fattura, codice fiscale del beneficiario della detrazione e del soggetto che effettua il pagamento.

Quando è obbligatorio utilizzare il bonifico parlante?
Il bonifico parlante è obbligatorio quando si vogliono ottenere detrazioni fiscali per spese di ristrutturazione edilizia, risparmio energetico, acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, bonus verde, superbonus 110% e simili. In questi casi, la legge richiede che il pagamento sia tracciabile e con causale specifica.

Cosa si deve scrivere nella causale del bonifico parlante?
Nella causale bisogna inserire: riferimento alla normativa (es. “Bonifico per lavori edilizi che danno diritto alla detrazione fiscale art. 16-bis DPR 917/1986”), numero e data della fattura, codice fiscale del beneficiario della detrazione e codice fiscale/partita IVA del destinatario del pagamento. Le banche spesso propongono dei moduli precompilati per facilitare questa operazione.

Che succede se il bonifico parlante è compilato in modo errato?
Se manca qualche dato importante nella causale o si effettua un bonifico ordinario invece di un parlante, si rischia di perdere il diritto alla detrazione fiscale. È fondamentale compilare tutto con attenzione e, in caso di errore, contattare subito la banca e il destinatario per trovare una soluzione (ad esempio, annullando e rifacendo il bonifico).

È possibile fare un bonifico parlante online?
Sì, la maggior parte delle banche permette di effettuare bonifici parlanti tramite l’online banking. Basta selezionare l’opzione “bonifico per detrazioni fiscali”, “bonifico parlante” o simili e compilare i campi richiesti, prestando particolare attenzione alla causale.

Il bonifico parlante ha costi diversi rispetto a un bonifico normale?
Spesso le banche applicano le stesse commissioni previste per i bonifici ordinari, ma alcune potrebbero prevedere costi diversi. È consigliabile verificare le condizioni del proprio istituto bancario.

Posso eseguire un bonifico parlante da un conto estero?
In generale, i bonifici parlanti sono richiesti per transazioni tra conti italiani, poiché devono rispettare precise normative fiscali italiane. Effettuare un bonifico da un conto estero potrebbe non permettere la corretta compilazione della causale e quindi far perdere il diritto alla detrazione.

A chi devo intestare il bonifico parlante?
Il bonifico va intestato alla ditta, all’impresa o al professionista che ha emesso la fattura o svolto il lavoro. Bisogna inserire l’IBAN corretto e controllare che i dati coincidano con quelli riportati in fattura.

È sufficiente conservare la ricevuta del bonifico parlante?
La ricevuta del bonifico parlante va conservata insieme alle fatture, alle ricevute e a tutta la documentazione relativa ai lavori o agli acquisti. In caso di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate, sarà necessario presentare tutta la documentazione per dimostrare di aver diritto alla detrazione fiscale.