exit strategy optionsVisto che l’ argomento delle opzioni ha riscosso molto interesse vado avanti volentieri a parlarvi delle exit strategy che utilizzo quando opero con le opzioni coperte. Per chi fosse alle prime armi e non conoscesse l’ argomento voglio ricordare che comprare e vendere opzioni e’ uno strumento che va assorbito e compreso con un po’ di pratica, puo’ essere un prodotto pericoloso se non si sa cosa si sta facendo. La cosa positiva e’ che vendere opzioni coperte e’ la strategia considerata piu’ a basso rischio nel mondo delle opzioni. In effetti seguendo alcune regole ( che vi sto elencando) si ha sempre un ottimo controllo delle diverse situazioni che i mercati ( per natura imprevedibili ) possono regalarci. L’ approccio mentale che va seguito quando pensiamo alle opzioni coperte e’ quello di immaginarle nello stesso modo in cui potreste pensare ad un immobile ed agli affitti. Voi comprate delle azioni e poi vendendo opzioni coperte a scadenza di 4 o 5 settimane avrete l’ equivalente di un affitto. Quando il mese passa e l’ opzione scade, potete riscrivere ( cioe’ vendere ancora ) nuove opzioni sul mese successivo. Tutto l’ anno, ogni anno!
In relazione alle exit strategy, ho detto nel post precedente che esistono una manciata di operazioni da effettuare in funzione di due momenti principali del mese: si puo’ uscire da una posizione precedentemente il venerdi’ di scadenza dell’ opzione e si puo’ uscirne durante il venerdi’ in cui scade l’ opzione.
Parliamo quindi ancora del primo scenario quando ci troviamo nelle settimane precedenti alla scadenza. Quando ho venduto un opzione coperta, quindi il diritto ( ma non l’ obbligo) ad un altra persona di acquistare le mie azioni ( coperte significa che voi dovete possedere in primo luogo le azioni), ho scelto un prezzo strike a cui sono disposto a vendere le mie azioni se alla scadenza del termine l’ azione sottostante avra’ raggiunto o passato quel prezzo. Per questo impegno ho ricevuto immediatamente un premio ( il mio “affitto”). Quando scelgo un prezzo a cui sono disposto a cedere le mie azioni io in genere scelgo un prezzo piu’ alto del valore che ho pagato l’ azione perche’ e’ mia intenzione conservare in portafoglio per un anno le mie azioni. Esempio: se ho comprato IBM a 158 $ per azione andro’ a scegliere un opzione che scade ad un mese con uno strike price che e’ di 162$, a seconda del tono del mercato ( questa scelta si chiama Out Of the Money). La cosa importante e’ che se IBM alla fine delle 4 settimane ha passato per esempio i 163$ non ve la prendete perche’ le vostre azioni vi saranno tolte e pagate “solo”162$. E’ vero perdete un dollaro di guadagno teorico, ma pensateci un attimo, oltre ad aver guadagnato perche’ l’azione e’ salita avrete anche intascato ( da subito) un premio. Questa e’ una certezza. Il prezzo di IBM tra un mese non ha nessuna garanzia. Abbiamo visto pero’ che se l’ azione scende nelle prime due settimane anche il valore del premio segue questo andamento ma in maniera amplificata. Se vedete che il premio arriva in fretta al 20% di quello che avete guadagnato dalla vendita dell’ opzione allora vi converra’ comprare e rivendere l’ opzione ad un nuovo strike sullo stesso mese. Essendoci ancora del valore temporale nell’ opzione riuscerete a generare un secondo ritorno nello stesso mese. Ma cosa si puo’ fare se invece siamo ormai entrati nelle ultime due settimane prima della scadenza? Si puo’ operare allo stesso modo ma questa volta siamo piu’ esigenti e ricompriamo l’ opzione solo quando il valore del premio e’ arrivato al 10% di quello l’ abbiamo venduto noi perche’ il valore tempo sta diminuendo molto piu’ velocemente e quindi ci saranno meno aquirenti. In sostanza spendiamo una piccola somma che e’ la decima parte di quello che abbiamo gia’ incassato, per poter essere “liberi” di rivendere una nuova opzione sullo stesso mese e quindi aumentare i guadagni. Un esempio pratico vi aiutera’ a capirmi meglio.
Stiamo su IBM. Abbiamo acquistato 100 azioni a 158$. Abbiamo venduto un opzione call in scadenza tra 4 settimane ad uno strike di 160$ e per questo ci e’ stato pagato un premio di 1.87 $ per opzione ( x100 azioni sottostanti) = 187$. Questo e’ un ritorno equivalente a 1.18% sui nostri 15800$ investiti per possedere 100 azioni di IBM. E’ il ritorno su un solo mese. Andiamo avanti e vediamo che il prezzo di IBM scende per esempio a 157$ nella terza settimana successiva e anche il prezzo del premio dell’ opzione di conseguenza si svaluta e raggiunge i 0.18 $. A questo punto abbiamo due alternative: non facciamo assolutamente nulla ed aspettiamo che l’ opzione scade. Nessuna delle nostre azioni sottostanti ci verra’ chiamata ( in quanto il prezzo e’ sotto allo strike) e saremo liberi di riscrivere una nuova opzione. La seconda alternativa, siccome c’e’ ancora un po di valore nel tempo restante, possiamo ricomprare l’ opzione per 0.18$ ( il 10% del valore che abbiamo venduto noi di 1.87$) e siamo liberi di rivendere sullo stesso mese una nuova opzione con la stessa data di scadenza. Quindi scegliamo un nuovo strike per esempio a 157.5$ e vendiamo ad un premio di 1.70$ cioe’ guadagnando 170$ aggiuntivi. Quindi facendo un po’ di matematica abbiamo questo risultato: 187$ ( del primo premio) – 18$ ( riacquisto della prima opzione)+ 170$ ( premio per la seconda opzione)= +339$ ! Preso da se questo e’ un ritorno del 2.14% sul mese che annualizzato e’ piu’ del 26% ( esclusi dividendi ). Naturalmente non siamo ciechi e sappiamo che il valore di IBM e’ in realta’ sceso sotto al prezzo che abbiamo pagato e quindi dovremmo includere nel calcolo anche questo scenario: 158$ ( prezzo pagato) – 157$ ( prezzo a fine mese) = una perdita di valore di -100$ ( 1$ x 100 azioni). Sommiamo quanto guadagnato con le opzioni ed avremo -100$ + 339$= +239$ ovvero 1.51% di ritorno sul mese non ostante una discesa di prezzo. Forse su 15800$ di capitale non e’ una cifra da capogiro, ma immaginate di avere 100000$, inizia ad essere un guadagno di 1500$ in un mese. Su 300000$ sono 3000$ al mese. Con 1 Milione di $ rappresenta un cash flow da 15000$ al mese. Abbastanza per una vita decorosa!
Questo e’ uno scenario pessimista, ma potrebbe succedere benissimo che il valore di IBM alla fine del mese raggiunge i 162$. In questa situazione opposta alla precedente e quindi positiva, non avremmo bisogno di ricomprare l’ opzione iniziale e andremmo ad incassare: 160$ ( prezzo strike al quale ci siamo impegnati a vendere) – 158$ ( quanto abbiamo pagato IBM) = 2$ x 100 azioni = 200$. A questo capital gain aggiungiamo i 187$ del premio della prima opzione ed avremo realizzato 387 $ sul mese ovvero un piacevole 2.44% sul mese, ovvero oltre il 30% annualizzato. In questo caso non esistera’ la condizione per cui ricomprare l’ opzione secondo la regola del 20% o del 10% del valore del premio in quanto in realta’ questo salira’ durante il mese.
Come vedete le sfumature possono essere molte. Quello che conta e’ avere un piano chiaro a seconda di come si muovono i prezzi. Naturalmente la strategia di uscita del 20% nelle prime due settimane e del 10% nella terza ( farlo nella quarta spesso e’ poco conveniente, in quanto il tempo restante e’ minimo) sono scenari operativi nel caso il prezzo dell’ azione sottostante scenda in modo improvviso. Nella mia piccola esperienza non si verifica poi cosi’ spesso se abbiamo selezionato azioni stabili che nel lungo termine hanno un trend robusto. La maggioranza delle mie opzioni scade senza che abbia fatto niente tutto il mese. A quel punto arrivati alla data di scadenza entriamo nell’ altro territorio del come operare con le exit strategy durante il venerdi di scadenza delle opzioni. Qui si aprono tre scenari possibili di cui parlero’ in un post dedicato.
Tra le righe ho illustrato quindi anche la terza possibilita’ che abbiamo durante le settimane in cui possediamo un opzione: il non fare assolutamente niente. Esattamente! Nella maggioranza dei casi i prezzi vanno su e giu’ ma non raggiungono mai i livelli che richiedono un azione. Quindi noi tranquillamente arriviamo alla fine del mese e prendiamo una nuova decisione tra le tre plausibili che andro’ a breve ad illustrare.
Per gestire le regole del 20% e 10% e non stare attacato al computer tutti i momenti io utilizzo dei pre ordini. Appena ho venduto un opzione scrivo un nuovo ordine di riacquisto LMT ( prezzo limited ) della medesima opzione ad un prezzo che e’ il 20% di quello che ho venduto io. Questo ordine e’ GTC ( go to closed cioe’ attivo finche’ non eseguito). In questo modo se mai il prezzo dell’ opzione dovesse scendere tra 10 giorni mentre io sto dormendo il mio broker ha gia l’ ordine aperto e lo esegue senza che io debba muovere un dito. Passate le prime due settimane se niente e’ successo aggiusto il il prezzo dell’ ordine ( che e’ sempre attivo ) e abbasso il prezzo LMT al 10% del mio premio iniziale. Alla fine del mese l’ opzione scade e il mio ordine ” muore ” e si cancella automaticamente se non e’ successo niente.
Queste semplici impostazioni mi permettono di dedicare pochissimo tempo al seguire i mercati. Ho un piano, ho delle regole, le imposto una volta al mese, le aggiusto a meta’ mese. Dedico 5 minuti al giorno per accedere al mio broker e verificare se qualcuno degli ordini e’ stato eseguito, volendo mi inviano anche un sms per avvisarmi.
Per come sto impostando la mia vita, la borsa e le opzioni devono essere una forma di investimento che mi lasci il piu’ libero possibile. Il giorno che muovero’ un milione di dollari in investimenti dovro’ poterlo fare da una spiaggia esotica, non per 12 ore al giorno in un ufficio, ma bensi’ impiegando gli stessi 5 minuti che mi prendo oggi!